Premessa: il mio primo animaletto domestico peloso è stato un bellissimo coniglietto nano bianco e marrone, seguito da un altro batuffolo orecchioso grigio-argento. Precedentemente pesciolini, uccellini e tartarughe d’acqua, in seguito gatti, gatte e gattini dai tanti colori e dai vari acciacchi .
Dalla prima media in poi ho ridotto drasticamente il consumo di carne, quasi zero per gli animali di terra, mentre ad oggi sto cercando di diminuire il pescato (ho scoperto che posso essere definita “flexiteriana”).
Alcuni tipi di animali non sono mai stati mangiati in casa mia perché anche in famiglia se ne consuma poca ed è esclusivamente pollo o maiale (raramente bovino).
Ultimamente sto riflettendo sul diventare una Vegetariana con la “v” maiuscola (vegana non riuscirei, mi piacciono molto i latticini per quanto li abbia comunque ridotti ed il mio colesterolo ringrazia).
E’ una scelta impegnativa e constato quotidianamente di non essere così tanto virtuosa da riuscire a perpetrarla senza scivoloni; è da dire che purtroppo, a tutt’oggi, nonostante i vegetariani siano tanti in Italia, oltre 2 milioni (secondo Eurispes), sono poco considerati ed hanno poco peso sul mercato.
Io stessa più volte, volendo consumare un pasto vegetariano, mi sono imbattuta nella scarsa scelta a disposizione dei consumatori nei ristoranti, di qualsiasi tipo dall’italiano all’etnico, ripiegando quindi su 2 contorni di verdura/patatine (mi rifaccio abbondantemente con i dolci! :D).
All’estero la cultura veg è decisamente più radicata: in Usa e in molte capitali europee, tra cui Amsterdam, Madrid, Londra e Parigi, è presente Maoz, catena di fast food in franchising interamente dedicata al vegetarianismo, sul mercato da quasi 10 anni. In Francia, ad esempio, i menu veg erano accessibili, fino all’anno scorso, anche all’interno delle mense scolastiche.
Traendo qualche conclusione: tanta ammirazione per la forza e la determinazione di chi intraprende e porta avanti la strada del vegetarianismo; per iniziare a fare qualcosa che porti in questa direzione, muoviamoci gradualmente cominciando a ridurre i quantitativi di carne che attualmente mangiamo (cosa che fa bene anche alla nostra salute!); SIAMO CONSUMATORI CONSPEVOLI, scegliamo prodotti, di tutte le categorie non solo cibo, il più possibile biologici e rispettosi della natura e dei suoi processi (costicchiano ancora un po’ di più, ma scegliendo bene nulla di eccessivo), prodotti che non si ottengono con lo sfruttamento intensivo e il maltrattamento di fauna e flora (gli allevamenti di animali in gabbia, l’inquinamento delle risorse idriche…quanti ORRORI!!), prodotti che consentono agli animali da cui derivano almeno di vivere bene. Esistono sia punti vendita dedicati a questi consumi attenti che guardano alla eco-sostenibilità, sia reparti presenti nei nostri classici supermercati (approfondiremo il tema del consumatore consapevole in altri post).
Ci sono poi le bellissime storie di chi ha trovato un amico tra gli animali dagli occhioni dolci e languidi che purtroppo sono considerati troppo spesso di serie B : George Cloney e Max, il maialino a cui era affezionatissimo, sono uno dei casi più famosi.
Willy, capretta scampata ai pranzi pasquali:
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